Gerolamo Romanino e bottega (circa 1540)
Angeli in adorazione del Sepolcro Olio su tavola 22,1 x 42,5 cm.
L’attuale presentazione unisce insieme due tavole di uguali dimensioni che in origine dovevano costituire la predella di una piccola pala d’altare, con in centro, all’interno del Sepolcro di cui le due tavolette mostrano le estremità anteriori, l’immagine del Christus passus. Si spiega così l’atteggiamento adorante e l’espressione accorata dei due angeli. Le due tavolette si legano strettamente al linguaggio di Gerolamo Romanino, sia pure, specie nell’angelo di sinistra, in una declinazione un poco bloccata e apertamente manierista, indice di un prodotto di bottega. Tuttavia ci sono dettagli in cui la qualità si eleva verticalmente: in modo particolare il bellissimo paesaggio, denso di memorie tra Giorgione e il primo Tiziano, e il viso dell’angelo di destra, di tale bellezza da non rendere affatto assurda l’idea di un intervento autografo del Romanino in persona.
La cronologia dovrebbe cadere negli anni Quaranta del Cinquecento (un simile lirismo si legge a esempio nella finestra di paesaggio del San Gerolamo nel Museo di Belle Arti di Budapest o nella Parabola del Buon Samaritano di collezione Ilaria Toesca a Roma).
La tavola è stata sottoposta a restauro nel 2012 da parte del Laboratorio Parma di Milano, che ha provveduto a pulitura, stuccatura e integrazione sotto tono delle lacune (in particolare interessanti le ali dell’angelo di destra e il piede in primo piano di quello di sinistra).
Prezzo a richiesta