Leandro dal Ponte, detto Bassano

(Bassano del Grappa, 1557–Venezia, 1622)

con Giacomo Apollonio

(Bassano del Grappa, 1584-1654)

Isacco benedice Giacobbe

Olio su tela, 95 x 73 cm.

Iscrizioni: in basso, in capitale maiuscola: CAPTVM OCVLIS. PATREM PINGVI DECEPIT IACOB/ HAEDINA VILLIS MATRE TEGENTE MANVS

Il soggetto è tratto dall’Antico Testamento, e, data anche la presenza di una solenne iscrizione (mutila nella seconda riga) lo si vedrebbe bene come numero di una serie più ampia e nel caso assai importante, forse destinata a una “scola”, in cui potevano opportunamente trovare posto exempla tratti dalla storia sacra.

Lo stile punta senza esitazione verso la tradizione bassanesca, a un livello di qualità che non sempre i dipinti dei continuatori di Jacopo da Ponte raggiungono.

Gli elementi che caratterizzano in modo specifico il presente dipinto sono essenzialmente tre: una forte accelerazione della prospettiva, secondo un procedimento tipico della grande decorazione manierista; la brillantezza dei colori, usati freddi in modo da creare preziosi contrasti; l’enfasi posta dal pittore sul rigore disegnativo.

Tutti elementi che rimandano al più dotato dei figli di Jacopo Bassano, Leandro.

Se alcuni passaggi di particolare bellezza (le teste maschili, le mani sensibili e pulsanti) richiamano direttamente a lui, l’acribia disegnativa sembra persino più estrema e potrebbe suggerire la presenza di un collaboratore di talento, che per confronto con opere giovanili quali la pala di Pove del Grappa o il San Bonaventura del Museo Civico di Bassano, 1611, potrebbe riconoscersi nel nipote di Jacopo, Giacomo Apollonio. La datazione non dovrebbe allontanarsi di molto dal 1610.

Prezzo a richiesta